
La strage dei ginepri
La strage dei ginepri. Capo Caccia(Alghero) è uno degli angoli più suggestivi e più celebrati della Sardegna.Tutte le guide turistiche lo citano come luogo imperdibile da visitare, o meglio da godere; e mai come in questo caso le descrizioni esaltanti coincidono con la realtà. Ebbene, zitti zitti piano piano i promotori occulti del cemento hanno favorito la distruzione di seimila metri quadrati di foresta, dove da tre secoli crescevano e si moltiplicavano le piante di ginepro. Gian Antonio Stella sul “Corriere della sera” ha parlato di “strage dei ginepri” .
Una strage che fa ancora più impressione se si pensa che l’Italia intera è citata ed esempio in Europa per l’estensione delle superfici verdi. Oggi 14 milioni di ettari – ossia il 40% circa della superficie nazionale – sono coperti di foreste o sono aree boschive; mentre i boschi distrutti coprivano fino a ieri soltanto 42.500 ettari.
Il ginepro, un albero dalle foglie appuntite e pungenti, appartiene alla famiglia delle Cupressacee e trova il suo habitat naturale nelle zone sabbiose, sui litorali per esempio. I piccoli frutti hanno virtù medicinali, possono curare i reumatismi come la gotta o le calcolosi urinarie. Non bastasse, dai suoi frutti – di colore nero-azzurro – si ottiene anche un liquore che ha molti estimatori.
E’ singolare che di questa strage si parli poco, così come mette in sospetto il fatto che gli organi regionali competenti non abbiano fatto niente, o quasi niente, per impedirla. In un luogo poi, Capo Caccia, che è considerato in tutto il mondo un paradiso verde, un biglietto da visita della Sardegna turistica. E’ persino logico immaginare che dietro la distruzione del bosco di ginepri ci sia la mano dei cementieri, di quelli che costruirebbero case e alberghi dovunque, irridendo al desiderio di verde che mai come oggi si è così intensamente diffuso. Certo, a strage compiuta, ci piacerebbe essere smentiti da chi nell’isola difende il patrimonio boschivo.