
Consumo sostenibile. Gli ostacoli e una possibile soluzione
Consumo sostenibile. Quali sono gli ostacoli alla crescita di un modello di consumo alimentare sostenibile? Ne parliamo qui. Assieme a un’originale soluzione proposta da Hexagro Urban Farming, una start up italiana di Milano
Il consumo sostenibile come unica via d’uscita
Oggi iniziamo a essere consapevoli dell’impatto che il modello tradizionale di consumo alimentare ha sul nostro ambiente. Finalmente iniziamo a renderci conto che non è un obiettivo sostenibile soddisfare le esigenze alimentari di una popolazione mondiale di 9 miliardi di persone entro il 2050, senza trasformare drasticamente la nostra catena di approvvigionamento alimentare. Il primo passo di questo cambiamento è certamente ridurre gli sprechi di cibo. Come singoli cittadini possiamo adottare abitudini virtuose, come società dobbiamo lottare per rendere più efficiente la filiera alimentare, in modo da ridurre quegli sprechi che si generano nel passaggio tra produttore e consumatore. Nel caso di prodotti freschi, ad esempio, dal momento in cui raccogliamo una pianta, questa inizia a perdere le sue proprietà nutrizionali e medicinali. Dopo un ciclo di refrigerazione e trasporto verso i centri urbani, il 50% dei prodotti freschi viene sprecato nel momento in cui arriva al tavolo del consumatore.
Accorciare la filiera alimentare non basta
La strategia per eccellenza per efficientare la filiera è accorciarla. Il grande sviluppo degli ultimi anni di piccole aziende locali a struttura verticale, che si occupano cioè dell’intera filiera, dalla raccolta alla vendita, è una risposta in tal senso. Questo crea un decentralizzazione della produzione che avvicina produttore e consumatore, diminuendo i passaggi intermedi e riducendo notevolmente gli sprechi. Ma purtroppo non basta. Diversi ostacoli strutturali impediscono la crescita di un modello sostenibile di produzione alimentare. In primo luogo la carenza di infrastrutture adeguate. Il trasporto avviene ancora troppo su gomma e troppo poco su rotaia. E poi la crescente urbanizzazione, che riduce il numero di persone disponibili a lavorare nel comparto agricolo. Questo penalizza la realizzazione di una rete capillare di piccole aziende locali che fungano da tessuto connettivo del territorio. Infine, il nulla assoluto per quanto riguarda la formazione. Tutto questo deprime e spesso uccide la domanda di prodotti derivanti da un modello produttivo sostenibile, in favore invece della produzione tradizionale.
Cos’è e cosa propone Hexagro
Hexagro Urban Farming è una startup italiana, con sede a Milano. Nata dalla collaborazione di un team internazionale composto da ingegneri, designer industriali e gastronomi, l’azienda sviluppa sistemi di agricoltura verticale completamente modulari e facili da utilizzare per permettere ad ognuno di produrre prodotti sani e di qualità in ogni ambiente al coperto. La startup fornisce in pratica il know-how per una forma di microcoltivazione indoor, alla portata di tutti. Produrre in proprio piccole quantità di prodotti alimentari per soddisfare, almeno in parte, il proprio fabbisogno. Il tutto nel proprio ambiente lavorativo, anche al chiuso di un ufficio. Questo risveglia e favorisce la naturale attitudine umana alla coltivazione, stimolando una crescente domanda di consumo sostenibile. Inoltre, tra i risultati vi è un sensibile aumento del benessere dei dipendenti. Con importanti ripercussioni economiche sull’azienda. Un rapporto di Interface parla di un aumento il benessere dei dipendenti del 70% e del 15% della produttività.
Mauro Pasquini
Articolo tratto da Impakter.com